8 Luglio 2014
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I quaderni dall' Archivio Sughi

ALBERTO SUGHI
Il mio lavoro di pittore
a cura di Mario & Serena Sughi

Testimoni dell’Arte /Umberto Allemandi Editore
210 pagine, con 100 illustrazioni provenienti dall’Archivio Sughi.
Giugno 2014 €18.50


La copertina del libro e una delle foto foto di Ugo Mulas, pubblicate nel volume, che ritraggono
Alberto Sughi nello Studio di Cesena courtesy ©Eredi Ugo Mulas
 
ALBERTO SUGHI IL MIO LAVORO DI PITTORE: ESTRATTI & FRAMMENTI (PDF)

Alle volte penso quasi che

il significato del mio lavoro sia riposto esclusivamente nello

svolgimento di un quadro; nei continui riferimenti e modificazioni;

nelle piccole scoperte che sembrano zattere a cui aggrapparsi

e che poi naufragano inghiottendo segni, colori e

pseudo-significati.

Il quadro finito, esposto, incorniciato, e firmato, è solo un atto

convenzionale; è una antica norma della nostra professione

di pittori, ma non è detto che ci rappresenti ad un livello

completo.

Voglio dire, in ultima analisi, che sarebbe più testimoniante

la storia dei fallimenti su una tela per comprendere un pittore,

che non la somma di modi, di compromessi, di esperienza,

o altro che ha adoperato per portarla a termine.

E poi non sarà nemmeno così!

pag. 34-35

 

***

 

Il disordine tocca anche i rapporti umani. Spesso ti accorgi che

il desiderio di stare insieme nasconde un interesse, quasi che

anche l’amicizia debba servire per chissà quali scalate. Allora

capita che non mi muovo dallo studio. Col mio lavoro immagino

un possibile rapporto col mondo.

Una canzone nuova entra nell’orecchio dopo che l’hai ascoltata

più volte. Lo stesso succede in pittura: a una tematica, a un

autore bisogna fare l’occhio.

Molta gente poi crede di amare l’arte più di quanto sia in grado

di riconoscerla

pag 49

 

***

Il fine dell’arte non è quello di propagandare delle idee, o di

mandare messaggi; essa esprime tutt’al più un confronto con

la realtà, ne ricava letture trasversali, più vere del vero, rese attendibili

dal «prodigio» della trascrizione.

La più alta libertà possibile che l’artista può raggiungere dipende

dalla coscienza e dal dominio dei problemi che l’arte

stessa gli pone. La libertà dell’artista non è la libertà che egli si

prende rispetto al mondo esterno. È semmai l’impegno a liberarsi

dei propri pregiudizi, per seguire un libero cammino di

conoscenza.

Mi sembra di non saper dipingere quadri educati, di gusto, da

appendere alle pareti delle case che vediamo nelle riviste di arredamento,

anche perché non so immaginare nessun destinatario.

Un pittore, per i suoi quadri, pensa spesso alle pareti di un museo

immaginario che forse non esiste.

pag. 56-57

 

***

 

Sono innamorato

del mio lavoro proprio perché mi offre la possibilità

di coinvolgermi quasi senza darmi respiro, e di prendere così

coscienza, attraverso l’esperienza figurativa, di qualcosa

che non conoscevo

pag 61

 

***

 

Così ragiono credendo di difendere dei valori; e il mio pensiero

si esercita a confrontare i miseri pacchi e i cartoni con la Sibilla

che Raffaello ha dipinto ad affresco nella piccola chiesa.

Nessuna considerazione invece per la vita di quell’uomo che

ha dormito in povertà e in solitudine! Me ne accorgo all’improvviso

e rimango quasi sorpreso di quanto la superbia intellettuale

mi abbia allontanato dalle mie antiche convinzioni:

prima dei quadri, prima dei libri, prima dei monumenti c’è

l’uomo, la sua sofferenza, la sua dignità.

pag. 68

 

***

 

Io non voglio illustrare niente: io fingo di illustrare, faccio finta

di raccontare e in questa finzione ho la mia idea del mondo,

la mia idea di sistemare le cose; non dipingo per dare conto di

qualcosa che il mio pensiero aveva già sistemato.

pag. 72

 

***

 

Spesso mi è stato chiesto se la storia della mia pittura la sento

anche come storia della mia vita interiore, se è anche lo specchio

delle mie passioni e dei miei ideali, delle mie angosce, tensioni,

solitudine, pessimismo.

Sottolineare un nesso molto stretto tra vita e pittura parrebbe

dare una patente di autenticità; ma forse la questione è più

complessa, c’è di mezzo il mistero tra chi dipinge e chi è dipinto.

Anche se io dipingessi me stesso ne darei solo un’immagine

riflessa in cui lo sdoppiamento crea due identità diversamente

significanti.

pag. 157-158

 

***

 

La pittura mostra, non argomenta

La pittura mostra, non argomenta; è solo creazione del suo autore,

ma finisce negli occhi di chi la guarda che, per interpretarla,

opera una sorta di traduzione linguistica.

L’arte, qualunque forma essa prenda, allude sempre a qualcos’altro;

ha una grande valenza metaforica che stimola argomentazioni

legittimamente diverse tra loro.

Per fortuna l’oggetto su cui esercita il suo lavoro esime il pittore

dal doverne tenere conto.

Questa premessa per dire come ritenga imprudente suggerire

come si debbano leggere i propri quadri.

pag. 162

 

Pagina anche accessibile in PDF

I Quaderni dell’Archivio Sughi / Volumi di prossima pubblicazione
Alberto Sughi: Un catalogo ragionato della grafica (2015)


8 July 2014


 
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