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Massimiliano Mattioli, Un blogger coi capelli bianchi,
Morto a 84 anni Alberto Sughi, la Romagna perde un altro grande creativo
ArtTribune, Milano, 31 Marzo 2012

Era certamente un unicum nel panorama artistico, quantomeno italiano. Un vecchio artista – l’anagrafe non prevede cautele -, che all’approssimarsi agli ottant’anni si destreggiava fra blog, websites e social network al pari di un quindicenne. Tanto che era riuscito a tener vivo l’interesse per la sua vena creativa, radicata nel Novecento e in un consapevolissimo real-espressionismo, affiancandola all’immagine di osservatore disincantato degli sviluppi delle arti, animatore – rigorosamente online – di profondi e pregnanti dibattiti teorici.
Dissimulava la sua età anagrafica, per certi versi la esorcizzava, Alberto Sughi, morto oggi a Bologna a 84 anni. Una nuova grave perdita per la cultura romagnola – era nato a Cesena nel 1928 -, a pochi giorni dalla scomparsa di Tonino Guerra. “Un artista tra i più sensibili e operosi dell’Italia repubblicana, che aveva saputo affermare e sempre coltivare un suo stile peculiare, restandovi fedele pur nell’apertura a nuove tendenze e suggestioni di ricerca espressiva”, ha dichiarato – sorprendendo un po’ tutti – il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, legato a Sughi da antica amicizia. Si era trasferito a Roma nel 1948, dove aveva frequentato il gruppo artistico del Portonaccio, animato da Renzo Vespignani, che lo influenzerà nelle successive ricerche legate al realismo a sfondo sociale.
E appunto dal Realismo si era evoluto il suo stile, poi approdato a canoni marcatamente espressionisti, che lo rappresentarono per una carriera ricca di riconoscimenti ed importanti mostre, anche di livello internazionale. Nel 1994 Sughi fu chiamato a presiedere la Quadriennale d’Arte di Roma, coronamento di un impegno costantemente teso a valorizzare la figura dell’artista e il suo ruolo nella società. I funerali si terranno a Ruffio, nel cesenate, martedì 3 aprile alle 15.

Risposta a “Un blogger con i capelli bianchi. Morto a 84 anni Alberto Sughi, la Romagna perde un altro grande creativo”

  1. Francesco D. Caridi scrive:

Il giornalista e critico Michele Calabrese (1921-1999), direttore della storica rivista romana “Il Poliedro” e testimone di una brillante stagione artistica nell’omonima galleria, fu amico di Alberto Sughi. In un suo “taccuino”, ho ritrovato gli appunti di una conversazione in cui il grande pittore precisava la propria ispirazione realista, contrapposta alle “avanguardie”. Ve li trascrivo. Francesco D. Caridi
“Ho sempre nutrito un interesse particolare per quegli autori, letterati, filosofi e pittori che si muovevano nell’area, diciamo così, socio-esistenziale. È chiaro che il rapporto con Bacon è avvenuto in questo contesto: la solitudine dell’uomo dentro una società alienante e disumanizzata. Ma non si è trattato di una lettura meccanica. La mia pittura ha sempre avuto un carattere di racconto che è del tutto assente nell’opera di bacon. Visti oggi, i quadri del periodo che veniva considerato il più vicino al maestro inglese, mostrano sorprendentemente la loro autonomia e originalità. La critica, spesso, è costretta a molte semplificazioni.”
“Se si fa riferimento all’avanguardia storica, non ho nessuna difficoltà a riconoscere il grande valore che ha avuto nello sperimentare nuove forme espressive che hanno dato nuovo sangue a tutta l’arte moderna. Devo però aggiungere che io non ho, per anagrafe, potuto parteciparvi in alcun modo, e che, d’altronde, la mia pittura è stata molto lontana (direi in contrapposizione) dalle cosiddette avanguardie di oggi. Voglio dire che l’avanguardia come genere non mi persuade.”
“Ho illustrato un libro di Alessi, che era stato uno dei miei primi acquirenti nelle mostre che feci al Pincio nel 1956-’57. Alessi mi propose di leggere il suo libro e di pensare se avessi voluto illustrarlo. Mi lasciò libertà assoluta nello scegliere i soggetti e i temi delle illustrazioni. Lo feci volentieri e sono convinto che riuscirono dei bei lavori. Non credo tuttavia che il rapporto arte-letteratura, che pure è necessario ed utile, si possa esplicare con un rapporto strumentale come quello di illustrare dei testi letterari.”
“Sono convinto della grande importanza che ha per un artista il rapporto profondo con i problemi del proprio Paese e della sua gente. Diventai pittore comprendendo che la pittura è conoscenza e comunicazione. Sono ancora legato a quella scelta e per quello che posso cerco di portare testimonianza della realtà che viviamo, dei problemi, delle ansietà che ci assillano. È chiaro che solo attraverso un linguaggio realista, nutrito della nostra tradizione, ma moderno nella forma e nei contenuti, si può sperare che la pittura torni a parlare alla gente, a far discutere, e a portare, appunto, un contributo di conoscenza.”

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9 Aprile 2012

 
 
 
 
 
 
    
    

 

 

 

 

 

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